È vero che dopo i 65 anni non serve vaccinarsi, perché ormai ci si è immunizzati nel corso della vita?
È vero proprio il contrario. Infatti, con l’età le difese immunitarie si indeboliscono: per questo motivo tre vaccinazioni sono di importanza cruciale dopo i 65 anni. La vaccinazione antinfluenzale, che riduce complicanze, ospedalizzazioni e morti dovute a questa infezione e va effettuata ogni autunno (ottobre-dicembre), perché il virus cambia ogni anno. La vaccinazione contro lo pneumococco, che protegge da polmoniti, meningiti, otiti e da un grave quadro clinico caratterizzato dalla presenza diffusa del batterio nel sangue (Malattia pneumococcica diffusa “IPD”), e può essere effettuata in qualsiasi momento dell’anno, una sola volta nella vita con schedula sequenziale: vaccino coniugato 13 valente seguito da vaccino polisaccaridico 23 valente. La vaccinazione contro il fuoco di Sant’Antonio, che dimezza il rischio di sviluppare la malattia e le sue complicanze più debilitanti. Inoltre, durante l’età adulta sono indicate anche altre vaccinazioni come quella trivalente contro tetano, difterite e pertosse, che consentono di prevenire malattie molto gravi e addirittura letali.
Chi lo dice?
Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale 2017-2019
#FACCIAMOILPUNTO
Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale 2017-2019, 17 gennaio 2017.